Grazie a storiedieccellenza.it/?s=remeggio per aver rieditato e pubblicato l'intervista in italiano della pubblicazione dell'intervista su Harper's Bazaar Qatar
...l’Arte a volte non è razionale…e non da risposte immediate…Ma una volta capito cosa si sta facendo, poi si tratta di alimentare questa serie e di sostenerla. Reuse Colletion è una ciclo di opere che parte dall’idea del riutilizzo di una immagine esistente e ne ridà vita ma con un significato diverso. Da una seconda vita all’immagine che sarebbe rimasta chiusa in una rivista dopo essere stata vista. Diventa come un Ready Made pittorico che prende spunto dai Dadaisti e quindi da riviste di moda, giornali d’arte o fumetti o da una vecchia tela già dipinta...
...Queste continue visite in diversi musei del mondo, la Biennale di Venezia, le gallerie d’arte del Design District di Dubai,la Tate Modern, il Louvre,… mi hanno sempre alimentato la curiosità e stratificato in me la mia arte. Tra gli artisti che adoro e che sicuramente abbiano influenzato la mia ricerca spiccano Matisse, Gauguin Francis Bacon e Luc Tuymans, anche se guardo Banksy e Jeff Koons con molto interesse...
Come definisci la tua pratica pittorica?
Il mio docente all’Accademia di Belle Arti di Venezia di pittura mi disse che la mia pratica pittorica si avvicinava ad un Espressionismo Deco. Due anni fa alla selezione del concorso internazionale di Londra per giovani emergenti, la giuria composta da esponenti del Sotheby’s Institute of Art and University of the Arts London, e da giornalisti della BCC e da notevoli critici d’arte, scrisse che la mia pratica pittorica esplorava l’idea di Aporia (Il termine aporia dal greco ἀπορία, passaggio impraticabile, strada senza uscita), nella filosofia greca antica indicava l’impossibilità di dare una risposta precisa ad un problema, poiché ci si trovava di fronte a due soluzioni che, per quanto opposte, sembravano entrambe valide.). Ecco che l’immagine che resta sulla tela bianca è l’Aporia che si manifesta nata dalla necessità di comunicare.
Ho scoperto di non avere una sola pratica pittorica, ma diverse pratiche. Ma tutte le mie pratiche nascono non dalla ragione ma dal sentimento di amore che nutro per l’arte. Ecco quindi nascono dei cicli pittorici artisti, che a volte iniziano e finiscono, a volte durano nel tempo e si arricchiscono nel tempo di nuovi quadri. Per rispondere quindi alla domanda, come descrivi la tua pratica artistica, posso dire che l’attività di ricerca si sviluppa dal disegno al carboncino all’acquarello e all’olio per poi passare alla fude pen fino alla ceramica e al video. Recentemente ho sperimentato anche le resine. Ho fatto per diversi anni fotografia, incisione e video. Sono attratto anche dal 3d e mi interessa la prototipazione in ambito artistico. In realtà la pratica è uno strumento di espressione e che non voglio limitare l’arte ad una unica pratica perché essa è libera di esprimersi in diverse forme. È lei che sceglie come manifestarsi, e in che momento, non io. Io sono un tramite come lo sono gli strumenti. Ad esempio pur non avendo mai fatto uno, ma da quando ho visto la mostra di Mirò a Barcellona degli arazzi, ho sempre avuto la voglia di trasportare l’immagine artistica su uno di essi e quando avrò l’opportunità vorrei fare un ciclo anche di questa affascinante forma d’arte che si combina perfettamente con i tappeti e l’arredamento e il design. A questo proposito mi collego al fatto che mi stimola anche vedere l’arte sia come ricerca personale ma anche come “servizio” alle persone in base alle proprie esigenze. Se pensiamo al passato nella storia dell’arte dal periodo del mosaico dell’arte bizantina al periodo del Rinascimento, i mecenati hanno sempre accolto gli artisti e incentivati nella ricerca sotto vari modi arricchendo così le proprie collezioni d’arte anche in base alle proprie esigenze..
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